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giovedì 7 novembre 2019

La belle époque: Quel délice!

Cinema sognante capace di alternare risate e momenti toccanti con sorprendente facilità. Grandissimo film.


La vita reale di Victor prende una brutta piega e allora lui si rifiugia in una finzione, o meglio nell'idealizzare i propri ricordi.
Su questo semplice incipit, viene costruito un film più complesso del previsto, che stenta giusto nei primi 20 minuti che sembrano un po' caotici ma che a posteriori si capisce quanto fossero funzionali nell'introdurre ogni situazione che poi verrà approfondita in seguito.
Appena Victor inizia a entrare nella ricostruzione del suo 1974 il film accelera e non si ferma più, diventando semplicemente perfetto, con ingranaggi che girano al meglio.

La capacità del miglior cinema francese di rendere delizioso un soggetto all'apparenza semplice lascia ancora a bocca aperta. La Belle Epoque è cinema sognante, che ti fa entrare in un mondo "fantasioso" ma senza mollare il contatto con la severa realtà, in un miscuglio molto ben amalgamato. Tutto gira attorno al Victor ritratto in maniera impeccabile da Daniel Auteuil (meraviglioso il suo sguardo sognante una volta inserito completamente nella vita alternativa), ma attorno a lui si intreccia molto di più, dalla moglie Marianne che lo tradisce con un suo amico al "regista" Antoine con la sua storia ad alti e bassi con l'attrice che impersona la giovane Marianne, senza dimenticare il figlio del regista e vari personaggi secondari tutti capaci di aggiungere qualcosa all'opera (personalmente mi ha fatto impazzire l'assistente del regista ossessionato dal fatto che tutti gli altri attorno si divertano a eccezione di lui). Questa complessità impedisce al film di diventare stucchevole, viaggiando su un filo romantico-sognante che conquista e commuove senza mezzi termini.
Oltretutto il film vanta una scrittura arguta che permette di spezzare le situazioni più toccanti con battute azzeccate, riuscendo così a emozionare e far ridere con la medesima facilità.
Il tatto con cui tutto viene gestito è tale che pur toccando argomenti grevi (non mancano parolacce, battute sul sesso, la parte dominata dall'erba) il film mantiene una classe incredibile.
La regia di Nicolas Bedos che nella fase introduttiva sembra eccessivamente accelerata (quasi da puntata breve di una serie tv) trova il giusto passo a lungo andare.

Un finale con una buona morale (è giusto tenere dentro i ricordi migliori, ma bisogna sempre sapersi riadattare a tutto ciò che accade nella vita) e ben centrato consente poi di uscire dalla sala completamente soddisfatti, per un film che merita ampiamente il massimo dei voti e che è decisamente consigliato. Perché questo è davvero grande cinema.

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