Diventata sempre più negli anni la "serie
di Sheldon Cooper", dopo un inizio sfolgorante paga l'aver avuto alcune
stagioni centrali piuttosto mediocri, per poi comunque riuscire a
ritrovare una discreta vivacità nelle stagioni finali.
The Big Bang Theory è la perfetta dimostrazione di come alcune serie vengano tirate troppo per le lunghe, o perlomeno come in alcuni casi il livello tra le varie stagioni non è omogeneo.
Dopo un inizio abbastanza sfolgorante, in cui la serie mostra una certa originalità anche nel tema "nerdate", con il surreale innesto di Penny-Kaley Cuoco (vista in varie serie tv e qui nel ruolo che la lancia definitivamente), la serie ha una fase di stanca pesante a metà della propria "storia" con un paio di stagioni piuttosto brutte e comunque una pesante assenza di ispirazione.
In qualche modo gli autori riescono a risollevare la situazione e le ultime quattro-cinque stagioni risultano simpatiche, per quanto comunque si capisca che questa serie sia restata in vita per un unico motivo: il personaggio di Sheldon Cooper, con un Jim Parsons spesso strepitoso e capace di far dimenticare l'insulsità di tanti sub-plot (il peggiore probabilmente resta il viaggo nello spazio di Howard, una situazione capace di creare non una gag perlomeno simpatica).
Non è un caso quindi che l'ultima stagione si concentri quasi unicamente su Sheldon per dare una chiusura a questa serie che comunque è stata in grado di entrare nell'immaginario di tanti negli USA e all'estero, ma probabilmente (per quanto il voto finale resti positivo) lo status di "cult" resta eccessivo proprio perché diverse stagioni sembrano tirate via per forza d'inerzia.
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