Uno script scarso e una atavica mancanza di coraggio condizionano un film che solo nella fase centrale riesce ad apparire interessante, ma che inizia in modo snervante e chiude col solito "happy ending" spento e banale.
Il titolo del film è "Cambio Tutto", ma nel cinema italiano quando
cambieranno le cose? Siamo infatti nella solita febbre da remake che ha
contagiato il cinema italiano recente, essendo questa una revisione del
film cileno "Una Mujer Sin Filtro", film che onestamente non conosco ma che a esempio su IMDB ha al momento un voto medio di 4,8.
Insomma, non ci sono idee e si vanno a riprendere dal cinema straniero:
per un po' lo han fatto puntualmente con le commedie francesi, adesso
hanno cominciato con la mania delle misconosciute pellicole
sudamericane, e in questo caso (a fidarsi del giudizio di IMDB, sito in
cui anche pellicole mediocri hanno voti oltre la sufficienza) nemmeno da
un film buono!
Cambio Tutto è solo nel titolo, perché poi si vedono
sempre le stesse cose: luoghi comuni sulle nuove tecnologie e personaggi
banalmente stereotipati. Si punta sulla solita vivacità al montaggio e
alla regia, una tecnica che potrebbe anche funzionare in parte ma che
non è poi così difficile (lo ripeto sempre, lo sanno fare bene anche gli
youtuber) e che in casi del genere risulta a tratti parecchio
snervante, anche perché dopo un po' capisci che questo serve a
nascondere i vuoti dello script.
La prima mezz'ora è parecchio
brutta. Ci fanno entrare nel mondo della Lodovini, che si trova
circondata da un insalvabile quadro umano: dal vicino del piano di sopra
con i party alle 4 del mattino al marito solito pseudo-artista senza
sbocchi, passando alle frustrazioni del posto di lavoro con il capo
figlio di papà che gli mette a fianco (anzi anche al comando)
l'influencer senza cervello (anche qua stereotipi à gogo). Il tutto in
un mondo completamente rimbambito dalle nuove tecnologie. Ok, magari in
parte è anche così, in parte queste personalità potrebbero anche
riflettersi nella realtà (per quanto qua tutto sia portato
fastidiosamente all'estremo), ma a livello di costruzione
cinematografica cosa dovrebbero dirci questi personaggi? Dietro le varie
scene a mostrarci questi caratteri c'è poco, ci fanno vedere dei
personaggi snervanti senza provare a costruire delle gag, insomma
portandoci nell'esasperazione che farà scoppiare la protagonista.
La
quale quindi decide di andare da questo pseudo-guru dei nostri tempi (un
Marcorè che non può far altro che riciclare quanto visto e stravisto
nella storia del cinema per personaggi simili), che con delle
fantomatiche gocce porta la nostra eroina allo sfogare tutta la
frustrazione repressa: dopo l'imbarazzante scena in cui la Lodovini deve
abbaiare a un cane (mamma mia...), il film ha un minimo sussulto
qualitativo, il ritmo del montaggio diventa meno ossessivo e fastidioso e
qualcosa di leggermente migliore inizia a vedersi nella sua ribellione
di orgoglio: in particolare, la cosa più riuscita è il ridicolizzare il
maschio alpha medio che non sapendo affrontare alla pari la reazione
della donna si trova a risponderle con il terribile "ho capito, hai il
ciclo!".
Dopo questo sussulto il film torna ad accartocciarsi su sé
stesso, mostrando la tipica carenza di coraggio del cinema italiano
attuale, con un finale spento in cui si vede una specie di pentimento
della protagonista, una fase finale che lascia il tempo che trova e che
non dice nulla agli occhi dello spettatore, un finale alla stregua del
solito falso "volemose bene".
Insomma, la solita commedia
italiana attuale affrontata senza coraggio, creata con una certa dose di
opportunismo: in un periodo in cui specialmente negli Stati Uniti si
sta puntando parecchio a livello cinematografico e di serie tv sui
personaggi femminili forti che affrontano a viso aperto gli strali di
una società maschilista, in Cambio Tutto provano a inserirsi in questa
linea ma senza riuscire a renderla credibile o a costruire per bene le
situazioni che circondano la protagonista. Insomma, questo film va
avanti col solito "vorrei ma non posso", non premendo realmente il piede
sull'acceleratore forse per paura di far storcere il naso ai soliti
repressi che altrimenti si metterebbero a sbraitare contro il
"nazi-femminismo" (e di tizi del genere in Italia ce ne sono una marea).
Cambio
Tutto quindi, pur non avendo una base forte, resta comunque
un'occasione persa per proporre qualcosa di più coraggioso: il cinema
italiano continua a voler compatire e coccolare lo spettatore, quando
invece dovrebbe avere la forza di dare lo schiaffo in faccia a certe
convinzioni dell'italiano medio. Se davvero si ha la convinzione di
portare avanti un certo discorso, bisognerebbe usare più il bastone che
la carota.
E dire che l'impressione è che Valentina Lodovini potesse
essere l'attrice giusta per portare avanti con forza certe
caratteristiche.
Voto: 2
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