"La merda è più efficace della solidarietà spontanea"
I malcapitati personaggi sono inseriti in una costruzione verticale di oltre duecento piano. La piattaforma parte dal piano zero con ogni possibile prelibatezza cibaria, in quantità sufficiente per saziare le coppie presenti a ogni piano, dal primo all'ultimo: basterebbe quindi razionalizzare il cibo a ogni piano per accontentare tutti.
Ovviamente però chi senza alcun motivo meritorio (ogni mese casualmente le coppie vengono spostate in piani diversi) si trova ai primissimi piani si abbuffa senza ritegno lasciando solo scarti e avanzi a chi si trova nei piani inferiori.
Soggetto semplice semplice per un film di altissimo impatto metaforico, girato apparentemente a bassissimo budget visto che in sostanza (a parte un paio di flashback che ci spiegano come il protagonista sia finito dentro questo buco) ci si trova claustrofobicamente rinchiusi in queste mura oscure tutte uguali per tutto il film. Ma non conta l'impatto visivo, conta il messaggio e la storia. E qui si vola molto alti.
Siamo sulla metafora della lotta sociale, riportata meravigliosamente in auge da Parasite, qui non raggiungendo la stessa ampiezza di discorso ma toccando parecchio: il messaggio è lì pronto a essere colto da chi ha un po' di mente aperta, la metafora è efficacissima.
Il film poi non eccede in spettacolarismi, pensa più alla forza della metafora che a rendere la visione appetibile per tutti (non molti potranno digerire i passaggi che vedono parti violente e mezzi di sopravvivenza che sfoceranno nel cannibalismo) e riesce con ottima cura nella sceneggiatura a non diventare monotono e ripetitivo nonostante non si esca dall'unico ambiente. Ed è facile immedesimarsi nel protagonista, pensare a come sopravvivere nella situazione se si fosse al suo posto: si procederebbe per bassezze impossibili da accettare moralmente (vedi l'aggredire il compagno di piano allo scopo di cibarsene quando ci si trova nei piani più bassi) o si proverebbe a cambiare qualcosa, e come fare?
Ivan Massagué, già visto in un ruolo completamente agli antipodi nella vivace e divertente serie tv Benvenuti in famiglia, si dimostra protagonista più che adeguato e rende facile empatizzare con la sua situazione: essendo per forza di cose pochi i personaggi e i volti con cui si familizzerà nel corso della storia, il suo ruolo era assolutamente fondamentale nella riuscita del film.
E il film riesce, ha un finale a modo suo cruento ma con un senso che è tutto meno che forzato: e lascia il segno indelebilmente.
Voto: 9
[Metafora personale bonus: immaginate di trovarvi in quella situazione. Con Salvini al piano di sopra. Una sfiga pazzesca. Lui un mese ad abbuffarsi e a te non rimarrebbe assolutamente nulla ogni giorno]
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