La forza della messa in scena è notevole, più volte nel corso delle puntate l'impatto emotivo è altissimo.
Il risultato? Anche migliore delle attese.
Si tratta di una serie tv capace di imporre una buona coralità, con tutti i personaggi principali che via via vengono caratterizzati grazie a puntate molto ben centrate, permettendo di avere così dei caratteri forti al centro della vicenda, con attorno i "cattivi" che sono molto meno stereotipati che in altre serie tv e la mina vagante rappresentata dall'agente Millie Morris, molto interessante perché si trova continuamente in conflitto con sé stessa.
Il personaggio fulcro della vicenda è quello di Jonah, che inizialmente ci viene descritto come un pulcino bagnato in difficoltà per la morte della nonna, quasi un pesce fuor d'acqua nella vicenda, ma che grazie a un'ottima scrittura nel corso della stessa prima stagione ha una crescita psicologica davvero splendida e di pieno interesse.
Funzionano tutti i personaggi, tutti con un loro aspetto che ci viene descritto bene: tra questi, da fan di How I Met Your Mother, è sorprendente vedere anche lo sviluppo del Lonny Flash a cui dà volto Josh Radnor (l'ex Ted Mosby), il quale inizialmente sembra gigioneggiare eccessivamente ma che invece alla fine ha assolutamente un suo senso, mostrando peraltro buone capacità drammatiche e di azione dell'attore.
Per quanto riguarda Al Pacino, c'è poco da dire: basta la sua presenza a innalzare un lavoro.
Tutto è ben fatto, con le puntate centrali della prima stagione che servono anche ad approfondire sui personaggi, ma che non mancano di una forza deflagrante, spesso grazie a dei flashback molto sentiti e toccanti: in particolare quello della sesta puntata è molto commovente. La polemica su questi flashback è decisamente fuori luogo e inutile: un cervello funzionante di per sé dovrebbe capire cosa è messa in scena e cosa è reale, cosa è fiction e cosa è documentario, quindi se c'è qualche invenzione (viene tanto criticata la partita a scacchi umani della prima puntata) è perché appunto parliamo di qualcosa di romanzato, non è l'autore di una serie tv che deve documentarci qualcosa, men che meno qualcosa di storicamente orribile come l'orrore del nazismo.
Anzi, l'autore di questa serie tv riesce a imprimere nella sua finzione una forza molto spesso deflagrante e gli va solo dato merito.
Ottima la chiusura della prima stagione, con la penultima puntata più centrata sull'azione e l'ultima puntata che ci lascia spiazzati, tenendo spalancate le porte per le stagioni successive. Stagioni che già adesso sono molto attese, perché il risultato della prima stagione è eccellente. Si tratta di una delle serie più forti che si siano viste negli ultimi anni.
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