Dramma della modernità, ben reso anche con un uso insolitamente efficace delle nuove tecnologie.
John Choo è cresciuto. E' strano infatti pensare che il protagonista serissimo di questo Searching altri non è che colui che ha involontariamente reso famoso in tutto il mondo l'acronimo (di dubbio gusto) MILF per la sua interpretazione in American Pie, oltre che pensare che lui sia stato il protagonista della trilogia di Harold & Kumar giocata sulla grossolana (e spesso molto divertente) comicità demenziale e strafumata.
Adesso Choo lo ritroviamo così, padre affranto in un film davvero insolito e originale sulle nuove tecnologie.
Tutta l'azione infatti scorre tramite uno schermo, per il 90% è lo schermo del computer, per il resto sono telicamere di sorveglianza o televisive.
E' un film ad azione limitata che però fotografa al meglio una situazione di dramma, ben resa in modo realistico da una sceneggiatura sorprendentemente convincente.
Più che come un thriller (come ho letto in vari siti), di cui non ha la suspance e l'azione, definirei Searching come un dramma, il dramma di un uomo che fa di tutto per capire cosa è successo alla figlia, scomparsa da un momento all'altro in modo misterioso.
Quindi vediamo i suoi tentativi di rintracciarla, prima capendo di conoscere la vita della figlia meno di quanto pensasse e poi partecipando per certi versi alle indagini, con anche i suoi scambi con quello che diventa il secondo personaggio più visibile della pellicola, la detective a cui dà il volto Debra Messing (ovvero la Grace di Will & Grace, anche lei in buona vena).
Il film in sostanza ha un ritmo costante (e questa assenza di spettacolarizzazione inutile per me è un pregio) e ha un suo sviluppo coerente e sorprendentemente realistico, vedi anche la fase del tam tam mediatico in cui vedo sottintesa anche una critica sociale, quando ci mostrano i commenti di sconosciuti che tramite l'hashtag di Twitter si permettono (dall'alto del nulla) di giudicare le scelte del protagonista (uno lo definisce anche "papà dell'anno"), oppure quando una ragazza (che in una telefonata con Choo aveva detto di non conoscere così bene la persona scomparsa) per elemonisare un minimo di popolarità di Youtube mostra il suo dolore per la scomparsa della "migliore amica", in quella che probabilmente è la fase più ispirata del film.
Choo è davvero molto bravo nel restare coerente col proprio personaggio e nel creare una forte empatia con lo spettatore, che si rispecchia in pieno nella sua disperazione umana.
Molto buono il lavoro di editing del film, con tutte le parole di siti, messaggi ecc tradotti in italiano per garantire una visione facile anche per chi mastica meno la lingua inglese.
E' un film molto più curato di quanto ci si aspetterebbe, sia nelle immagini (la regia non sta tanto nella ricercatezza delle inquadrature ma nel modo con cui vengono legate le immagini) sia nella sceneggiatura e tutto sommato si può definire riuscito, nel suo tentativo di proporre un prodotto diverso dal solito.
Visione consigliata per chi è propenso ad adeguarsi a una visione diversa e non ha pregiudizi di fondo nei confronti delle nuove tecnologie.
Voto: 7,5
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