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giovedì 3 novembre 2016

Quando i Cubs vinsero le World Series






Questo post arriva dal futuro.
Esattamente dall’Ottobre 2124.
Un’era in cui una franchigia MLB storica come i Chicago Cubs attende incredibilmente da 108 anni di vincere le World Series.
Questo post vuole dare uno sguardo al passato e vedere quante cose sono cambiate in questi 108 anni.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series c'era l’Imperatore Trump candidato alla presidenza.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series c'era gente che credeva ancora che quella nerdata della sabermetrica fosse una cosa seria.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series, Bill Murray aveva dimenticato del tutto il Giorno Della Marmotta.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series i pitcher per truccare i propri lanci si riempivano le mani non di pece ma di olio di palma.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series arbitrava Joe West.
A ripensarci, arbitra anche adesso che è il 2124

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series i Milan Expos giocavano a Toronto, pensate. Una squadra di baseball a Toronto. Incredibile.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series una rivista sportiva italiana riferiva a un cestista la parola “bullo” con accezione positiva.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series i Cleveland MigrantsInHotels si chiamavano ancora Indians.
I Washington Palefaces si chiamavano ancora Redskins.
E i Chicago Redheads si chiamavano Blackhawks.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series gli americani etichettavano come "World Champions" chi vinceva una propria Lega.
Cosa che ora accade solo con la MLS.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series in America trasmettevano ancora la NFL in tv nazionali e potevi vedere queste partite anche in tv straniere: l'effetto Kaepernick che lo ha reso sport di nicchia con al massimo un centinaio di spettatori a partita doveva ancora prendere del tutto piede.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series Massimo Boldi non aveva ancora vinto un Nobel.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series Tullio Solenghi andava a ritirare un premio Nobel facendosi passare per Bob Dylan.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series l’ex superstar NBA Tim Tebow si impegnava nel tentare la carriera nel baseball.
Lo storico provino coi Philadelphia 76ers sarebbe arrivato sono sei mesi dopo.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series la gente credeva alle bufale e si infuriava pure se glielo facevi notare.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series non c'era ancora il progetto di restaurare il Colosseo per consentire il dislocamento di una franchigia NHL in Italia: i Dallas Stars, adesso noti come Roma Five Stars.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series c’era già chi faceva le originalissime e divertentissime battute sull’ora legale.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series la gente cantava “Every breath you take and every move you make, Every bond you break, every step you take, I'll be watching you" senza accorgersi che quello era il manuale dello stalker.

L'ultima volta che i Cubs hanno vinto le World Series esistevano i blog.
E c’era qualcuno che li leggeva.

mercoledì 26 ottobre 2016

I Nobel di casa nostra





Nel complesso di raffinati tuttologi che ci regalano i vari social network, negli ultimi giorni s’è aggiunta una nuova schiera: gli straordinari esperti di assegnazioni premi Nobel (con relativa incursione al tema del bon ton, su come bisogna comportarsi se l’Accademia svedese decidesse di assegnare a te un simpatico Nobel).
Il dibattito sulla bontà o meno dell’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura in sé per sé era intrigante e interessante: peccato che il social network (e non solo) porti a farci leggere interventi demenziali e puramente ignoranti.

Tra i migliori mi salta in mente un geniale “il vero premio Nobel ce l’abbiamo in casa nostra: ed è Vasco”.
Ok, a prima vista può sembrare un azzardo, una boutade, ma ho deciso di ragionarci su: davvero il testo di Vasco Rossi riesce a “creare nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone” (in questo caso italiana) meglio di quanto possa aver mai fatto Bob Dylan? Perché no? Paragoniamo allora qualche testo dei due straordinari assi della musica mondiale, per far capire che ancora una volta noi italiani siamo stati declassati da un complotto in scala mondiale, per la serie “tutti ce l’hanno con noi”.

Iniziamo con il sedicente impostore Bob Dylan e la sua “Like A Rolling Stone”, scritta chiaramente per ripicca all’omonima band londinese [semi-citazione di una canzone di Elio e le Storie Tese].


Once upon a time you dressed so fine
Threw the bums a dime in your prime, didn't you?
People call say 'beware doll, you're bound to fall'
You thought they were all kidding you
You used to laugh about
Everybody that was hanging out
Now you don't talk so loud
Now you don't seem so proud
About having to be scrounging your next meal
How does it feel, how does it feel?
To be without a home
Like a complete unknown, like a rolling stone
Ahh you've gone to the finest schools, alright Miss Lonely
But you know you only used to get juiced in it
Nobody's ever taught you how to live out on the street
And now you're gonna have to get used to it
You say you never compromise
With the mystery tramp, but now you realize
He's not selling any alibis
As you stare into the vacuum of his eyes
And say do you want to make a deal?
How does it feel, how does it feel?
To be on your own, with no direction home
A complete unknown, like a rolling stone
Ah you never turned around to see the frowns
On the jugglers and the clowns when they all did tricks for you
You never understood that it ain't no good
You shouldn't let other people get your kicks for you
You used to ride on a chrome horse with your diplomat
Who carried on his shoulder a Siamese cat
Ain't it hard when you discovered that
He really wasn't where it's at
After he took from you everything he could steal
How does it feel, how does it feel?
To have you on your own, with no direction home
Like a complete unknown, like a rolling stone
Ahh princess on a steeple and all the pretty people
They're all drinking, thinking that they've got it made
Exchanging all precious gifts
But you better take your diamond ring, you better pawn it babe
You used to be so amused
At Napoleon in rags and the language that he used
Go to him now, he calls you, you can't refuse
When you ain't got nothing, you got nothing to lose
You're invisible now, you've got no secrets to conceal
How does it feel, ah how does it feel?
To be on your own, with no direction home
Like a complete unknown, like a rolling stone


In effetti, all’occhio dello stolto potrebbe sembrare uno dei testi più belli della storia mondiale, ma sicuramente il nostro eroe Vasco ha fatto di meglio nella sua carriera. Come a esempio l’esimia "Ti prendo e ti porto via".


Sai ti conosco oramai
Ho capito chi sei
Non ti importa di niente
Tu dimentichi tutto
Senza alcun rispetto
Neanche per noi
Chiedi amore così
Come a chiedere di
Di buttarsi nel cesso
Tanto tu non lo sai
quello che vuoi
Ma dove vai
Ma dove vai
Tanto oramai sei mia
Faccio così
Passo di lì
Ti prendo e porto via
Sei gelosa di te
Ti guardi intorno se c'è
una vestita uguale
e che sedurre per te
è più importante che
che respirare
starti vicino sì
a volte capita di
di sentirsi un po' in forse
ma tu li baci tutti e lasci tutto com'è
Ma dove vai
Ma dove vai
Tanto oramai sei mia
Faccio così
Passo di lì
Ti prendo e porto via
Ma dove vai
Ma dove vai
Tanto oramai sei mia
(anzi) Faccio così
Passo di lì
Ti prendo e porto via
Sai ti conosco oramai
Ho capito chi sei
Non ti importa di niente
Tu te li baci tutti
E lasci tutto com'è
Ma dove vai
Ma dove vai
Tanto oramai sei mia
Ma dove vai
Ma dove vai
Ti prendo e porto via
Ma dove vai
Ma dove vai
Tanto oramai sei mia
(anzi) Faccio così
(quando) Passo di lì
Ti prendo e porto via
Ma dove vai!!???


“How does it feel”, incapaci svedesi? Non sapete leggere la poesia di un “faccio così, passo di lì”, presi come siete dalla vostra pseudo-colta presunzione.

Ma non fermiamoci qua e andiamo e leggere un altro testo di questo strombazzato “menestrello” del Minnesota. Leggiamo questa sopravvalutata “Blowin' in the wind"


How many roads must a man walk down
Before you call him a man ?
How many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand ?
Yes, how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned ?
The answer my friend is blowin' in the wind
The answer is blowin' in the wind.
Yes, how many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea ?
Yes, how many years can some people exist
Before they're allowed to be free ?
Yes, how many times can a man turn his head
Pretending he just doesn't see ?
The answer my friend is blowin' in the wind
The answer is blowin' in the wind.
Yes, how many times must a man look up
Before he can see the sky ?
Yes, how many ears must one man have
Before he can hear people cry ?
Yes, how many deaths will it take till he knows
That too many people have died ?
The answer my friend is blowin' in the wind
The answer is blowin' in the wind.


All’apparenza potrebbe sembrare qualcosa di poetico, ma si sa che gli americani ci fregano con la lingua: come ci insegnava il professor Guccini (con straordinaria ironia, come suo solito), se prendi un “Quella sera partimmo John, Dean e io sulla vecchia Pontiac del ’55 del babbo di Dean e facemmo tutta una tirata da Omaha a Tucson” e lo traduci in italiano ottieni un banale “Quella sera partimmo sulla vecchia 1100 del babbo di Giuseppe e facemmo tutta una tirata da Piumazzo a Sant’Anna Pelago”.
E’ solo illusione data dalla differenza linguistica. Analizziamo allora la vera poesia del rocker (tendente al metal) di Zocca, con “Ieri ho sgozzato mio figlio”.


La primavera bussa alle porte
entra dalle finestre
s'infila sotto le gonne delle donne
La primavera mette scompiglio
ieri ho sgozzato mio figlio
e' stato uno sbaglio, e' stato uno sbaglio
credevo fosse un coniglio
La primavera ormai e' dappertutto, tutto
si struscia come un gatto
contro i piedi del letto
e sono gia' agitato , e sono gia' agitato tutto
La primavera e' solo un dispetto
un richiamo perfetto
un ottimo abbaglio, un ottimo abbaglio
e poi e' gia' l'inverno, l'inverno
La primavera bussa alle porte
entra da quelle aperte
s'infila sotto le gonne
delle donne
La primavera mette scompiglio
ieri ho sgozzato mio figlio
e' stato uno sbaglio, uno sbaglio
credevo fosse un coniglio


Non c’è paragone: altro che il patetico “how many years can a mountain exist/ before it's washed to the sea”, il “La primavera mette scompiglio/ ieri ho sgozzato mio figlio” è la vera poesia! Scacco matto svedessaci!

Ma non è il solo Vasco a subire il complotto filo-ebraico e anti-italiano con sede a Stoccolma. Gli ignoranti finti-acculturati dell’Accademia hanno anche dimenticato un altro illustre esponente della nostra canzone d’autore: Jovanotti.
Questo è quanto acclamato in una rivista di altissimo livello scientifico come “Diva”, in un pezzo in cui si ricorda che queste “sono solo canzonette” come scriveva “un altro cantautore Eugenio Bennato” (sì, perché tra autore del pezzo e chi lo ha riletto, non si sono nemmeno accorto di aver confuso Eugenio Bennato con Edoardo Bennato). E allora la proposta, perché a Bob Dylan sì e a Jovanotti no? Certo. Vuoi paragonare una “Desolation Row” (ripresa e tradotta tra gli altri anche da un vero poeta della canzone italiana, come Fabrizio De Andrè) con una “Non m’annoio”?
Facciamo allora il paragone tra i testi:


They're selling postcards of the hanging
They're painting the passports brown
The beauty parlor is filled with sailors
The circus is in town
Here comes the blind commissioner
They've got him in a trance
One hand is tied to the tight-rope walker
The other is in his pants
And the riot squad they're restless
They need somewhere to go
As Lady and I look out tonight
From Desolation Row.

Cinderella, she seems so easy
"It takes one to know one," she smiles
And puts her hands in her back pockets
Bette Davis style
And in comes Romeo, he's moaning,
"You belong to Me I Believe."
And someone says, "You're in the wrong place, my friend
You'd better leave."
And the only sound that's left
After the ambulances go
Is Cinderella sweeping up
On Desolation Row.

Now the moon is almost hidden
The stars are beginning to hide
The fortune-telling lady
Has even taken all her things inside
All except for Cain and Abel
And the hunchback of Notre Dame
Everybody is making love
Or else expecting rain
And the Good Samaritan, he's dressing
He's getting ready for the show
He's going to the carnival tonight
On Desolation Row.

Ophelia, she's 'neath the window
For her I feel so afraid
On her twenty-second birthday
She already is an old maid
To her, death is quite romantic
She wears an iron vest
Her profession's her religion
Her sin is her lifelessness
And though her eyes are fixed upon
Noah's great rainbow
She spends her time peeking
Into Desolation Row.

Einstein, disguised as Robin Hood
With his memories in a trunk
Passed this way an hour ago
With his friend, a jealous monk
Now, he looked so immaculately frightful
As he bummed a cigarette
Then he went off sniffing drainpipes
And reciting the alphabet
You would not think to look at him
But he was famous long ago
For playing the electric violin
On Desolation Row.

Dr. Filth, he keeps his world
Inside of a leather cup
But all his sexless patients
They ARE trying to blow it up
Now his nurse, some local loser
She's in charge of the cyanide hole
And she also keeps the cards that read
"Have Mercy on His Soul"
They all play on the penny whistle
You can hear them blow
If you lean your head out far enough

From Desolation Row.
Across the street they've nailed the curtains
They're getting ready for the feast
The Phantom of the Opera
In a perfect image of a priest
They are spoon-feeding Casanova
To get him to feel more assured
Then they'll kill him with self-confidence
After poisoning him with words
And the Phantom's shouting to skinny girls
"Get outta here if you don't know"
Casanova is just being punished for going
To Desolation Row.

At midnight all the agents
And the superhuman crew
Come out and round up everyone
That knows more than they do
Then they bring them to the factory
Where the heart-attack machine
Is strapped across their shoulders
And then the kerosene
Is brought down from the castles
By insurance men who go
Check to see that nobody is escaping
To Desolation Row.

Praise be to Nero's Neptune
The Titanic sails at dawn
Everybody's shouting
"Which side are you on?"
And Ezra Pound and T. S. Eliot
Fighting in the captain's tower
While calypso singers laugh at them
And fishermen hold flowers
Between the windows of the sea
Where lovely mermaids flow
And nobody has to think too much
About Desolation Row.

Yes, I received your letter yesterday
About the time the door knob broke
When you asked me how I was doing
Or was that some kind of joke?
All these people that you mention
Yes, I know them, they're quite lame
I had to rearrange their faces
And give them all another name
Right now I can't read too good
Don't send me no more letters no
Not unless you mail them
From Desolation Row.


Ok, sembra un capolavoro di surrealismo con liriche elevate. Ma nulla in confronto di “Non m’annoio”.


Tempo,
tempo comunque vadano le cose lui passa
e se ne frega se qualcuno è in ritardo puoi chiamarlo bastardo ma tanto è già andato
e fino adesso niente lo ha mai fermato
e tutt'al più forse lo hai misurato con i tuoi orologi di ogni marca e modello
ma tanto il tempo resta sempre lui quello
l'unica cosa che ci è data di fare
è avere il tempo da poter organizzare si da organizzare da dividere in passi cassa rullante la mia voce ed i bassi bassi medi e alti
per fare salti per far ballare il pubblico sugli spalti
e non m'annoio e no che non m'annoio e non m'annoio io no che non m'annoio e non m'annoio no che non m'annoio no che non m'annoio
tempo 109 battute al minuto
quando finisce forse ti sarà piaciuto la chiave per capire questo genere di suono
che a molte orecchie può sembrare frastuono
e liberare la tua parte migliore chiudere gli occhi aprire bene il cuore
che non c'è musica che vale di più
di quella musica che vuoi sentire tu
e non mi stanco e no che non mi stanco non mi stanco io no che non mi stanco non mi stanco no che non mi stanco no che non mi stanco
sono passate 1000 generazioni
dai rockabilli punk e capelloni
i metallari i paninari e sorcini
e ogni volta gli stessi casini
perché i ragazzi non si fanno vedere
sono sfuggenti come le pantere e quando li cattura una definizione
il mondo è pronto a una nuova generazione
e non m'annoio e no che non m'annoio e non m'annoio io no che non m'annoio non m'annoio no che non m'annoio no che non m'annoio io no che non m'annoio
tempo
prezioso
conosco un modo per rimanere a galla
non abboccare a questa grande balla del tempo che ti fa cambiare che ti modella
e più vai avanti più la vita è meno bella sfuggi dal gruppo e pensa con la tua testa
e stare insieme sarà sempre una festa
se riuscirai a sopravvivere lontano dal branco non c'è noia non sarai mai stanco sfuggi dal gruppo e non lasciarti fregare
e non m'annoio io continuo a ballare
e non mi rompo e no che non mi rompo non mi rompo io no che non mi rompo non mi rompo no che non mi rompo no che non mi rompo
tempo quando stai bene lui va via come un lampo
quando ti annoi un attimo sembra eterno
il paradiso può diventare inferno tempo, ti frego con il ritmo ti cattura e ti chiudo in una ritmica di aspetto molto duro
e ti organizzo in battute in quattro quarti all'ora non avrai tempo di liberarti
e con le gambe muovo anche il cervello
e allora il tempo sarà mio fratello
e come lui mi darà sempre una mano
mi darà tempo per andare lontano
e come Ulisse cercherò di ritrovare quella mia isola ma tanto viaggiare
sarà piacevole sarà indispensabile
anche se l'isola sarà irraggiungibile (ahaaaaa)
e non m'annoio e no che non m'annoio non m'annoio io no che non m'annoio non m'annoio no che non m'annoio no che non m'annoio
e non mi stanco e no che non mi stanco non mi stanco io no che non mi stanco non mi stanco no che non mi stanco no che non mi stanco
e non mi rompo no che non mi rompo non mi rompo io no che non mi rompo non mi rompo no che non mi rompo no che non mi rompo tempo.


Ehy Bob, scendi dal piedistallo. Te lo sogni un “Amor che a nullo amato amar perdona porco cane. lo scriverò sui muri e sulle metropolitane” (citando un'altra luminosa poesia del nostro paladino)!