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lunedì 13 luglio 2020

Libera uscita: squallore farrellyano

I Farrelly continuano a proporre oscenità e volgarità a raffica, pensando che il cattivo gusto da solo basti a far ridere, qui con anche un pesante senso misogino. Film imbarazzante da vedere, soprattutto pensando che è uscito nemmeno dieci anni fa.


Libera Uscita è l'ennesimo film che sta lì a confermare la pazzesca sopravvalutazione dei fratelli Farrelly, due che vivono ancora di rendita per due film effettivamente gustosi se non addirittura di culto come soprattutto Scemo & più Scemo e anche Tutti pazzi per Mary ma che da lì in poi non solo hanno perso completamente la bussola, ma che hanno proposto anche oscenità ributtanti come Comic Movie, che è uno dei film più schifosi che siano mai stati concepiti.

Libera Uscita è un disastro colossale. Non bastasse il pesantissimo tono misogino di alcuni dialoghi e della storia in sé (poverini, i maschi americani di mezza età sono dei frustrati solo a causa delle proprie mogli, roba patetica solo a sentirla) vengono proposte situazioni insulse e volgari senza minimo ritegno dei tempi comici: il film è fatto di genitali e scurrilità continue da finti ribelli senza un gusto umoristico. Il film è solo volgare, l'unica scena con una minima costruzione comica è nella fase ancora introduttiva quando gli amici e le mogli dentro la panic room sentono i discorsi triviali dei due protagonisti. Da lì in poi lo squallore regna sovrano.

L'unica impresa dei Farrelly è riuscire a rendere antipatico persino uno simpaticissimo come Owen Wilson.
Le mogli dei protagonisti sarebbero un'attrice di buon livello e con una bella espressività come Jenna Fischer (la deliziosa Pam di The Office) e la bravissima Christina Applegate: il ruolo che i Farrelly le assegnano è carico di preconcetti e maschilismo da far venire la nausea, roba che nemmeno il peggior Brizzi.
E Libera Uscita non è un film che mostra la palese misoginia solo perché figlio di altri tempi, altri usi, altri linguaggi: è uscito appena nel 2011, nemmeno dieci anni fa. Il che lo rende ancora più preoccupante. Perlomeno le dottoresse, le liceali e le soldatesse del cinema italiano vanno per la quarantina di anni fa!

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