Visivamente non si esce dal centralino del Pronto Intervento della polizia danese. L'azione è sentita e mai vista. L'impatto però è straordinario, per un thriller di rara intensità.
Asger Holm al centralino del Pronto Intervento riceve la
chiamata di una donna apparentemente sequestrata dal suo ex marito,
mentre i figli piccoli sono rimasti soli a casa. Che fare? E quale è la
verità?
Quando ci si mettono gli scandinavi riescono a proporre, sia in
letteratura che a livello cinematografico, dei thriller di straordinaria
efficacia, spesso legati all'atmosfera ambientale con i paesaggi unici
dei paesi nordici. In "Den skyldige" però si entra in un vortice
claustrofobico, perché non si esce mai dagli uffici del centralino del
Pronto Intervento della polizia danese, tanto che si può dire che
l'azione non sia mai vista ma solo sentita. Il risultato è un thriller
di grande impatto, tutto mirato alla scrittura, ai dettagli che via via
vanno scoprendosi scoinvolgendo la visione iniziale, mirando tutto
sull'intensità dell'emergenza e della situazione.
Forte anche di una durata di poco superiore agli 80 minuti, il ritmo
diventa incandescente per un film che lascia col fiato sospeso,
coinvolge ed emoziona, portando lo spettatore a immedesimarsi
perfettamente nei panni del protagonista, ovviamente onnipresente: e in
tal senso per la riuscita del film è fondamentale non sbagliare l'attore
principale, con Jakob Cedergen che propone un'eccellente
interpretazione portando ai nostri occhi tutta la tensione vissuta dal
protagonista.
A livello visivo non si esce mai da due uffici del centralino, eppure
questo è un film di respiro molto più ampio di tantissimi altri.
Un thriller davvero notevole e da vedere assolutamente.
Voto: 9
Nessun commento:
Posta un commento