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lunedì 22 febbraio 2021

L'arte di arrangiarsi: presa in giro dei furbetti all'italiana

Sordi rappresenta perfettamente l'Italia dei furbetti e dei voltagabbana, in un film con una satira ancora clamorosamente attuale.


Può un film datato 1954 apparire ancora assurdamente attuale?
Questo lavoro di Luigi Zampa lo è, tristemente. La dice lunga sull'importanza capitale di questo film, ma anche e soprattutto la dice tutta sulla situazione sociale di questa Nazione, che in alcuni atteggiamenti e personaggi è rimasta ancora clamorosamente simile a quasi 70 anni fa. Ripeto: 70 anni fa. Il mondo è cambiato, la tecnologia ha stravolto le nostre vite, ma certa mentalità è dura a morire.
Alberto Sordi si ritrova un personaggio perfetto per le proprie qualità attoriali, con quella sua faccia tosta che lo porta a vestire diverse "camicie" e a trovarsi perfettamente a suo agio in certi ambienti e poi in quelli completamente opposti.
Il suo Sasà Scimoni è l'italiano per eccellenza, il furbetto con la "faccia come il culo", pronto a dire tutto e il contrario di tutto per i propri interessi: è socialista, spera nell'inizio della guerra ma poi si scopre contrario alla violenza (ovviamente per evitare di combattere in prima persona in guerra), poi si riscopre fascista (per evitare da vigliacco un duello con la sciabola) e poi comunista, diventa affarista e produce un film religioso, poi fonda un proprio partito (al suon di "questi polsi che hanno conosciuto il freddo acciaio delle manette": meraviglioso!) con una coerenza del tutto inesistente ma perfetta per il personaggio. Sarebbe bello considerare "incredibili" i voltafaccia di Albertone in questo film, ma purtroppo per i tanti personaggi visti nella storia italiana ma anche e soprattutto nell'attualità qui di incredibile non c'è nulla.
Anzi, L'arte di arrangiarsi diventa un reperto eccellente per un genere ormai del tutto estinto nello spettacolo italiano: questa è satira vera, cosa che purtroppo non si vede più da nessuna parte o quasi (per un popolo rimbambito da decenni di Mediaset e berlusconismo mediatico che adesso pensa che la satira sia quella di "Striscia la notizia"... No comment). Un film da ripescare e rivedere assolutamente.
Può esserci il difetto di una messa in scena un po' didascalica, che poteva essere più fluida per certi versi, ma è impossibile non apprezzare un film del genere, capace di far sorridere amaramente e pensare tanto.

Voto: 8

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