Non più che sufficiente. Ma la gag del "busto di Beethoven" vale da sola la visione.
Risulta quindi questa scena l'unica cosa realmente memorabile in un film che scorre facilmente, ma che altrettanto facilmente non lascia tracce reali. Professionale ma non ispiratissima anche la prova degli attori, con Stefano Fresi che si innalza facilmente (per differenza di talento) tra i quattro fratelli protagonisti, pur risultando piuttosto contenuto nella propria recitazione, mentre appare desueto (non una novità nel panorama del cinema italiano dove davvero c'è terrore nel provare a rendere forti i personaggi femminili) il personaggio appiccicato a Matilde Gioli, che deve restare attaccata all'ex marito (e quindi portata facilmente al pianto) per poi sfoggiare tutto lo charme nel sedurre il nuovo acquirente della casa. Insomma, ispirazione generale rara in tutto il film, anche se comunque il quadro è piacevole e non cade nelle presunzioni e nei moralismi tipici della commedia italiana attuale.
Voto: 6
Nessun commento:
Posta un commento