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domenica 26 aprile 2020

Balthazar: serie crime francese di alto livello

Cambiando un po' il tiro, il forte impatto emotivo nel genere crime francese rende Balthazar degno erede non ufficiale di Profiling


A quasi un decennio di distanza dall'arrivo di Profiling (dall'impatto iniziale deflagrante, ma che alla lunga ha il classico problema delle serie tv tirate un po' per le lunghe, ovvero l'essersi stabilizzata a un livello ancora buono e interessante ma ben inferiore da quello delle prime 4-5 stagioni), Balthazar rappresenta bella boccata di aria nuova nel campo delle serie crime francesi.
Due serie che magari a livello concettuale di fondo hanno anche qualche punto in comune. In Profiling a elevare il lavoro della squadra poliziesca era la criminologa/psicologa, mentre qui il medesimo impatto lo ha il patologo forense, il Balthazar del titolo, assoluto protagonista in una serie ben congeniata in tutti i personaggi ricorrenti.

Raphael Balthazar è però il traino in tutto e per tutto, soprattutto per la sua capacità di alleggerire il tono delle puntate con la battuta pronta, andando anche oltre al classico "umorismo da medico forense" tipico di parecchia letteratura. Non è un caso infatti che Tomer Sisley (l'attore protagonista) nasca come comico e cabarettista (addirittura ha vinto il Just For Laughs). Non conoscevo particolarmente Sisley prima di questa serie, ma viene da pensare che con Balthazar abbia fatto il salto di qualità interpretativo, risultando eccellente anche nelle parti drammatiche e nelle scene d'azione.

Le puntate sono tutte di buon interesse a livello investigativo e scritte in modo convincente, mantenendo una qualità alta e apparentemente in crescendo. Infatti, se già la prima stagione era stata interessante, nella seconda si ha la sensazione che gli autori abbiano capito esattamente la potenzialità della serie e abbiano trovato la forma perfetta. Anche a livello di indagine si possono trovare punti in comune con il primo Profiling, con il quale condivide pure una fortissima componente emotiva: in 10 puntate della seconda stagione, almeno tre lasciano senza fiato e creano forte empatia per lo spettatore.

Ci possono anche essere dei cliche usati, vedi la comandante di polizia Helene Bach (molto brava Helene de Fougerolles, la migliore a duettare a livello sarcastico con Sisley) con problemi privati di coppia, o vedi il dramma psicologico che pesa sulle spalle del protagonista Balthazar per la perdita della compagna, e si può dire anche che (un po' come succede in CSI - Scena Del Crimine) è irreale pensare che un patologo si trovi costantemente al centro dell'azione durante un indagine, ma sono compenenti su cui lo spettatore è disposto a chiudere volentieri un occhio se il risultato finale funziona così bene: se il prodotto funziona, sei disposto a lasciar correre certe invenzioni narrative.
Peraltro nell'abitudine di Balthazar di parlare con i cadaveri, soprattutto durante le autopsie (ma non solo, visto che parla abitualmente con la ex compagna assassinata), si può vedere anche un richiamo a Michael C. Hall in Six Feet Under, ma anche questo è fatto con gusto ed è funzionale al disegno psicologico del personaggio, molto fuori dagli schemi e per certi versi un po' squilibrato.

Il livello in generale è molto alto e la serie si fa guardare con assoluto piacere. Da vedere.

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