_______________________________________________

_______________________________________________

martedì 13 aprile 2021

Thunder Force: ennesimo insalvabile McCarthy-Falcone movie

Melissa McCarthy prova a contenersi più del solito e col marito Ben Falcone propongono un film decisamente meno grossolano del solito. Il problema è che ancora una volta non si ride mai.

Dopo averci propinato già insalvabili fetecchie come Tammy, The Boss e Life of the Party (nonché Superintelligence che vedo recensito egualmente male ma che non inserisco nella categoria per il semplice fatto di non averlo mai visto), la grande coppia Ben Falcone-Melissa McCarthy dimostra di non volersi fermare e ci riprova con questa parodia dei supereroi: il meccanismo non cambia, Falcone dirige e scrive (in questo caso da solo) appositamente per la moglie, con risultato ancora una volta pessimo. Ma evidentemente tra moglie e marito non bisogna metter dito e non c'è da sorprendersi se questa coppia continuerà a produrre altri film.
 
Una benché minima differenza rispetto agli altri film esiste: la vicenda è meno grossolana e la McCarthy tenta un umorismo un po' meno volgare del solito. Il fatto è che ha un problema piuttosto debilitante per un'attrice comica: non fa ridere. Ma proprio neanche per sbaglio. Thunder Force ci dimostra solo che (come in tantissimi casi) non è la volgarità in sé per sé il problema dei film comici americani di questi anni, il problema è che non c'è più senso dell'umorismo, che hanno perso del tutto il gusto della parodia e il senso del demenziale.
La McCarthy quindi prova a contenersi più del solito (pur non limitando del tutto certi accenni soliti), ma cambia poco nel giudizio e nell'impatto che dà all'occhio, perché portare avanti un intero film sull'unica idea delle due supereroi con insoliti lineamenti fisici non basta: vedere le due protagoniste sgraziate nell'entrare o uscire dall'auto non può bastare per far ridere. Manca tutto, mancano situazioni con appigli comici, manca la battuta a sé stante: e ci si annoia.
 
Sbagliata anche la scelta della spalla della McCarthy, perché Octavia Spencer è assolutamente una ottima attrice, ma dimostra di non essere portata per un film che vorrebbe essere divertente, finendo così per recitare col pilota automatico ma soprattutto per risultare eccessivamente ingessata.
Non va troppo meglio con gli antagonisti, soprattutto per "The King" Bobby Cannavale, che finisce per portare sullo schermo un cattivo troppo canonico e senza la necessaria ironia: l'unica gag che lo riguarda è ripetuta allo sfinimento e riguarda la sua incavolatura quando lo chiamano "King" tralasciando l'articolo "The", sai che ridere.
Un po' meno disastroso (ma comunque non in grado di salvarsi in un quadro generale così pessimo) è Jason Bateman, ma più per professionalità e esperienza personale che per il ruolo assegnatogli.
 
Così anche questo risulta essere un insalvabile McCarthy-Falcone movie: rispetto agli altri risulta essere meno pesante e meno frustrante, ma sempre troppo lontano dall'essere piacevole.
Anzi, di memorabile non c'è proprio nulla.
Resta incredibile pensare che Melissa McCarthy sia stata di recente in nomination per un Oscar: ma evidentemente nell'America di oggi chiunque si trovi a recitare in uno di quei biopic che ormai per assenza di idee producono in quantità industriale può finire tra le nomination per premi di quel livello.
 
Voto: 1

Nessun commento:

Posta un commento