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lunedì 28 giugno 2021
Io sono Nessuno: Bob Odenkirk ancora impeccabile
domenica 27 giugno 2021
La banda dei tre: Bocci-atissimo
Tentativo di noir all'italiana low cost e soprattutto basso a livello di idee e di scrittura, con un pastrocchio che viene "impreziosito" dall'ennesima prova da cane attoriale di Marco Bocci. Inguardabile.
martedì 22 giugno 2021
Il silenzio dei prosciutti: al Greggio non c'è mai fine
sabato 19 giugno 2021
Easy Six: Sands si insabbia malamente
lunedì 14 giugno 2021
Scappiamo col malloppo: inspiegabilmente un flop
giovedì 10 giugno 2021
7 volte 7: Moschin al comando
Si entra nei meccanismi di un film ben congeniato e capace di intrattenere in maniera più che dignitosa, giocando a metà tra il classico heist movie e la farsa, con buona tensione ma con ottimi momenti sarcastici miscelati. Tra i protagonisti, da citare assolutamente un ineffabile Gastone Moschin, semplicemente impeccabile col suo inimitabile sguardo di ghiaccio, così come straordinario nel suo ruolo di "disturbo" risulta il Sam di Lionel Stander, mentre Raimondo Vianello risulta forse un po' eccessivamente ingessato nel suo ruolo.
Tra una situazione beffarda e l'altra (vedi la vecchietta che si imbatte suo malgrado nella banda), un ruolo centrale ha la partita di calcio che paralizza la città, tanto che persino le guardie finiscono per distrarsi più volte a guardarla. E' un quadro non certo incoerente, vista l'importanza che ha sempre avuto la finale di FA Cup per gli inglesi, in particolare negli anni '60. Nel film si parla di una finale tra Everton e Sheffield Wednesday, che in effetti più o meno in quegli anni (il film è del 1968) ci fu realmente, esattamente nel 1966 (pochi mesi prima del Mondiale e del gol fantasma di Geoff Hurst): nel film però la partita ha uno svolgimento diverso dalla realtà, visto che ad andare in vantaggio per 3-2 è lo Sheffield Wednesday, andando a subire il gol del pareggio sul filo di lana con la partita che finisce ai tempi supplementari. Nella realtà invece la finale del '66 finì per 3-2 ma per l'Everton, che rimontò uno svantaggio di due gol: distorcimento ai fini di trama probabilmente, anche perché i pochi nomi dei calciatori che si sentono citati (in particolare nella lettura delle formazioni) sono aderenti alla realtà, così come accadde realmente l'invasione di campo che viene raccontata dal telecronista. Anche se, per un purista, sentire qualcuno parlare de "lo Sheffield" dà un filino di fastidio (un po' come quelli che parlano de "il Manchester").
mercoledì 9 giugno 2021
Il metodo Kominsky: la serie Netflix più matura (in tutti i sensi)
Andando un po' fuori dal proprio target, Netflix ci regala una serie decisamente deliziosa.
Ne Il metodo Kominsky infatti vengono affrontati i vari problemi della terza età, ma una scrittura con punte di notevole sarcasmo e la grande interpretazione dei due protagonisti permette di non vedere questi problemi in modo "pietoso", bensì si riesce a ridere su argomenti davvero delicati.
Una scrittura eccellente, una regia che permette puntate svelte ma non a ritmo eccessivo (un ritmo che probabilmente sarebbe stato poco adeguato all'ambiente), sono combinate a due mostri sacri che mostrano un affiatamento eccellente e dimostrano di essere in eccellente forma: Michael Douglas e Alan Arkin dominano la scena e regalano duetti decisamente memorabili.
In particolare è bello vedere uno come Douglas ancora in grado di essere così pungente e così incisivo, capace di dominare ancora la scena in questo modo: il volto sarà scalfito dalle rughe, lo sguardo sarà un po' invecchiato, ma il carisma di un grande come lui resta intatto.
Si ride tanto ma non è certo una serie sguaiatamente comica: si tratta di una serie agrodolce e intelligente nel trattare i vari temi. Una serie che magari non sarà apprezzata dai teenager a cui solitamente si rivolge Netflix (banalizzando certi prodotti), ma che è assolutamente da vedere.