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giovedì 10 giugno 2021

7 volte 7: Moschin al comando

Film godibile che miscela bene i toni dell'heist movie con una serie di situazioni da vera e propria farsa, risultando decisamente interessante. Su tutti spicca uno straordinario Gastone Moschin, ma degna assolutamente di nota è anche la prova di Adolfo Celi, pur in un personaggio decisamente secondario.
 

 

7 volte 7 inizia subito forte. Siamo in una prigione londinese e i detenuti organizzano una protesta, scatenando le ire e le sadiche reazioni di un immenso Adolfo Celi nelle vesti del direttore, spettacolare nei suoi annunci via interfono.
Sei di questi detenuti finiscono in infermeria e approfittando di una Londra paralizzata dalla finale di FA Cup di calcio, ne approfittano per un'evasione organizzata ai minimi dettagli, tranne per la presenza di un intruso come Lionel Stander, a portarci ai sette elementi del titolo.
Ma è una "semplice" evasione? Assolutamente no. In realtà l'intento è quello di finire alla zecca di stato per stampare uno svariato numero di banconote (arriveranno a due milioni di sterline), senza fare ricorso alle maschere di Salvador Dalì.

Si entra nei meccanismi di un film ben congeniato e capace di intrattenere in maniera più che dignitosa, giocando a metà tra il classico heist movie e la farsa, con buona tensione ma con ottimi momenti sarcastici miscelati. Tra i protagonisti, da citare assolutamente un ineffabile Gastone Moschin, semplicemente impeccabile col suo inimitabile sguardo di ghiaccio, così come straordinario nel suo ruolo di "disturbo" risulta il Sam di Lionel Stander, mentre Raimondo Vianello risulta forse un po' eccessivamente ingessato nel suo ruolo.

Tra una situazione beffarda e l'altra (vedi la vecchietta che si imbatte suo malgrado nella banda), un ruolo centrale ha la partita di calcio che paralizza la città, tanto che persino le guardie finiscono per distrarsi più volte a guardarla. E' un quadro non certo incoerente, vista l'importanza che ha sempre avuto la finale di FA Cup per gli inglesi, in particolare negli anni '60. Nel film si parla di una finale tra Everton e Sheffield Wednesday, che in effetti più o meno in quegli anni (il film è del 1968) ci fu realmente, esattamente nel 1966 (pochi mesi prima del Mondiale e del gol fantasma di Geoff Hurst): nel film però la partita ha uno svolgimento diverso dalla realtà, visto che ad andare in vantaggio per 3-2 è lo Sheffield Wednesday, andando a subire il gol del pareggio sul filo di lana con la partita che finisce ai tempi supplementari. Nella realtà invece la finale del '66 finì per 3-2 ma per l'Everton, che rimontò uno svantaggio di due gol: distorcimento ai fini di trama probabilmente, anche perché i pochi nomi dei calciatori che si sentono citati (in particolare nella lettura delle formazioni) sono aderenti alla realtà, così come accadde realmente l'invasione di campo che viene raccontata dal telecronista. Anche se, per un purista, sentire qualcuno parlare de "lo Sheffield" dà un filino di fastidio (un po' come quelli che parlano de "il Manchester").

A parte questo è un film godibile, che scorre bene e che ha davvero pochi difetti: forse il maggiore di questi consiste nella colonna sonora che, seppur godibile, risulta un filo troppo invadente in alcuni passaggi.
Il voto? Ovviamente un... 7

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