Film sottovalutato (fu un grosso flop al
botteghino) ma parecchio spassoso, con un Bill Murray in grande forma e
semplicemente straordinario nella rapina. Poi subentra una serie di
personaggi secondari perlopiù azzeccati, con anche volti famosi come
Tony Shalhoub (lungi dal diventare Monk: non dice una parola in
inglese!) e Stanley Tucci
Ci sono film bruttissimi che per motivi strani diventano dei
successoni (o diventano addirittura "cult movies") senza meritarlo
minimamente. E film che nascono male, diventano dei flop enormi
all'uscita al cinema e che invece avrebbero meritato attenzione
decisamente diversa da parte del pubblico.
"Scappiamo col
malloppo" (solita scelta straomboide dei titolisti italiani, ben più
efficace l'originale "Quick Change") appartiene decisamente alla seconda
categoria: è un film stranamente sfortunato, nonostante tutto sommato
abbia tutte le componenti per essere un film degno di nota. Un motivo su
tutti: un Bill Murray così (purtroppo) non lo si è visto spesso sul
grande schermo.
Si parte subito alla grande, con Bill Murray modello Al Pacino ne Quel pomeriggio di un giorno da cani
a entrare in banca cammuffato da clown per compiere una rapina: lo fa
ovviamente in uno stile tutto suo, con un'ironia sopraffina e
strafottente specialmente nei confronti del poliziotto (un Jason Robards
che lo braccherà per tutto il film), immenso quando convince un
ostaggio presuntuoso e pieno di sé (Jack Gilpin) a cedergli un orologio
prezioso per appena 300 dollari.
Il piano curato nei dettagli
voleva la fuga del rapinatore uscendo dalla banca facendosi passare per
ostaggio, insieme ai due complici Geena Davis e Randy Quaid. Tutto andrà
liscio per gli autori del colpo? Ovviamente no, perché si troveranno di
fronte a situazioni paradossali e assurde e quella che doveva essere
una fuga da New York in tutto silenzio diventa una disavventura negli
angoli più tortuosi della città, tra taxi, edicole, autobus (strepitosa
la parte con il pignolissimo autista) e persino un'involontaria
irruzione in un covo di mafiosi.
Ovviamente non tutte le
situazioni sono brillanti al massimo, ma in generale il film mantiene un
tono scanzonato e bizzarro che intrattiene e in alcune parti diverte
parecchio, con Murray che regge benissimo la scena e con Quaid che si
ritaglia un paio di buoni momenti, anche se Geena Davis non sembra
centratissima nel personaggio, quasi avesse preso la propria parte in un
modo eccessivamente serioso.
Poco male, perché a tenere
alta l'attenzione c'è un cast secondario ampio e con nomi anche di buon
rilievo: ho già citato Jason Robards e Jack Gilpin (noto soprattutto al
pubblico televisivo), ma nel film vedremo persino un volto come quello
di Stanley Tucci (pochi minuti ma incisivi), così come nel finale appare
anche il sempre irascibile Kurtwood Smith (reduce da poco
dall'apparizione in Robocop e che qualche anno dopo avrebbe trovato una buona ribalta nella serie tv That '70 Show).
Ma a sorprendere di più è l'apparizione nel ruolo del taxista
mediorentale di Tony Shalhoub, ancora agli inizi della carriera, degli
inizi che lo portavano a delle particine secondarie e sempre abbastanza
stereotipate viste le proprie origini, per un attore che avrebbe trovato
il proprio personaggio cult nel Detective Monk
(una sorta di meraviglioso Colombo ossessivo-compulsivo): gli viene
assegnato un ruolo parecchio sciocco, tanto che per tutto il film non lo
si sentirà pronunciare una parola in inglese (o nella lingua del
doppiaggio, per chi guarda il film non in lingua originale) ma già così
riesce a far vedere una mimica notevole.
Ovvio, non siamo
ai livelli da capolavoro della comicità, ma questo film è una commediola
che scorre in maniera parecchio spassosa e che non manca di lasciar
sottointendere degli aspetti non del tutto positivi di New York (il
personaggio di Bill Murray è parecchio critico sulla vita newyorchese).
Da ripescare.
Voto: 7,5
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