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lunedì 14 giugno 2021

Scappiamo col malloppo: inspiegabilmente un flop

Film sottovalutato (fu un grosso flop al botteghino) ma parecchio spassoso, con un Bill Murray in grande forma e semplicemente straordinario nella rapina. Poi subentra una serie di personaggi secondari perlopiù azzeccati, con anche volti famosi come Tony Shalhoub (lungi dal diventare Monk: non dice una parola in inglese!) e Stanley Tucci


Ci sono film bruttissimi che per motivi strani diventano dei successoni (o diventano addirittura "cult movies") senza meritarlo minimamente. E film che nascono male, diventano dei flop enormi all'uscita al cinema e che invece avrebbero meritato attenzione decisamente diversa da parte del pubblico.
"Scappiamo col malloppo" (solita scelta straomboide dei titolisti italiani, ben più efficace l'originale "Quick Change") appartiene decisamente alla seconda categoria: è un film stranamente sfortunato, nonostante tutto sommato abbia tutte le componenti per essere un film degno di nota. Un motivo su tutti: un Bill Murray così (purtroppo) non lo si è visto spesso sul grande schermo.
 
Si parte subito alla grande, con Bill Murray modello Al Pacino ne Quel pomeriggio di un giorno da cani a entrare in banca cammuffato da clown per compiere una rapina: lo fa ovviamente in uno stile tutto suo, con un'ironia sopraffina e strafottente specialmente nei confronti del poliziotto (un Jason Robards che lo braccherà per tutto il film), immenso quando convince un ostaggio presuntuoso e pieno di sé (Jack Gilpin) a cedergli un orologio prezioso per appena 300 dollari.
Il piano curato nei dettagli voleva la fuga del rapinatore uscendo dalla banca facendosi passare per ostaggio, insieme ai due complici Geena Davis e Randy Quaid. Tutto andrà liscio per gli autori del colpo? Ovviamente no, perché si troveranno di fronte a situazioni paradossali e assurde e quella che doveva essere una fuga da New York in tutto silenzio diventa una disavventura negli angoli più tortuosi della città, tra taxi, edicole, autobus (strepitosa la parte con il pignolissimo autista) e persino un'involontaria irruzione in un covo di mafiosi.
Ovviamente non tutte le situazioni sono brillanti al massimo, ma in generale il film mantiene un tono scanzonato e bizzarro che intrattiene e in alcune parti diverte parecchio, con Murray che regge benissimo la scena e con Quaid che si ritaglia un paio di buoni momenti, anche se Geena Davis non sembra centratissima nel personaggio, quasi avesse preso la propria parte in un modo eccessivamente serioso.
 
Poco male, perché a tenere alta l'attenzione c'è un cast secondario ampio e con nomi anche di buon rilievo: ho già citato Jason Robards e Jack Gilpin (noto soprattutto al pubblico televisivo), ma nel film vedremo persino un volto come quello di Stanley Tucci (pochi minuti ma incisivi), così come nel finale appare anche il sempre irascibile Kurtwood Smith (reduce da poco dall'apparizione in Robocop e che qualche anno dopo avrebbe trovato una buona ribalta nella serie tv That '70 Show). Ma a sorprendere di più è l'apparizione nel ruolo del taxista mediorentale di Tony Shalhoub, ancora agli inizi della carriera, degli inizi che lo portavano a delle particine secondarie e sempre abbastanza stereotipate viste le proprie origini, per un attore che avrebbe trovato il proprio personaggio cult nel Detective Monk (una sorta di meraviglioso Colombo ossessivo-compulsivo): gli viene assegnato un ruolo parecchio sciocco, tanto che per tutto il film non lo si sentirà pronunciare una parola in inglese (o nella lingua del doppiaggio, per chi guarda il film non in lingua originale) ma già così riesce a far vedere una mimica notevole.
 
Ovvio, non siamo ai livelli da capolavoro della comicità, ma questo film è una commediola che scorre in maniera parecchio spassosa e che non manca di lasciar sottointendere degli aspetti non del tutto positivi di New York (il personaggio di Bill Murray è parecchio critico sulla vita newyorchese).
Da ripescare.
 
Voto: 7,5

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