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sabato 3 agosto 2019

Alta fedeltà. Basso risultato

John Cusack che parla continuamente in camera è la dimostrazione di una trasposizione troppo rigida e poco efficace del buon libro di Nick Hornby. Non funziona.




Come accadrà anni dopo con Juliet, Naked, in Alta Fedeltà viene tentata un'americanizzazione delle opere di Nick Hornby. E come previsto, l'obiettivo non viene centrato.

Per quanto la cosa lasci perplessi, non è lo spostare l'ambientazione dell'opera da Londra a Chicago il grosso problema del film. Il problema è che la trasposizione appare troppo rigida e con poco cuore.
Vedere John Cusack parlare ogni due per tre alla telecamera stanca dopo mezz'ora, è un mezzo poco consono di provare a non perdere buona parte dei pensieri espressi dal romanzo. Non funziona.

E' un film che non ingrana, non ha le fasi umoristiche del libro (che è un buon libro, anche se non il mio preferito tra quelli di Hornby, pur essendo il più famoso), lascia la musica un po' in disparte e non centra bene alcuni personaggi: lasciare così defilato il personaggio (fondamentale) di Marie DeSalle è una scelta suicida che rende più povero il film.

E poi... manca Got to Get You Off My Mind!

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