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venerdì 2 agosto 2019

Se mi lasci non vale. Noia melensa

Salemme tenta la via della commedia romantica ma il film si arrovella su sè stesso senza trovare sbocchi divertenti, a parte un paio di dialoghi tra Salemme e Buccirosso. Calabresi è completamente spaesato.




Salemme tenta la strada di una commedia più articolata, con le vene romantiche che tanto non avevano funzionato in "SMS". I risultati non sono molto migliori.

La forzatezza di alcune situazioni (dovute a una sceneggiatura debole debole) potrebbe esser tralasciata se solo il film avesse brio e riuscisse a divertire: invece qui non funziona niente, soggetto e sceneggiatura steccano.

A un'introduzione già di suo debole e lenta fa seguito un continuo arrovellamento della sceneggiatura, che prova a far andare avanti situazioni poco convincenti senza neppure trovare il dovuto sfogo comico che ci si sarebbe (forse) aspettato. Domina così la noia, fino al finale tirato pure un po' per le lunghe.

Gli unici spunti vivaci arrivano da un paio di duetti tra Salemme e Buccirosso, che sono talmente affiatati che anche in un quadro del genere un paio di dialoghi li azzeccano. Ma Salemme stesso sembra poco ispirato e Buccirosso nelle scene senza il suo compare finisce per non incidere. Calabresi invece è chiaramente un pesce fuor d'acqua, incapace di esprimersi realmente, sembra inserito forzatamente in questo contesto, decisamente spaesato. Nulla aggiungono le due protagoniste femminili, in particolare Serena Autieri.

La storia annoia e non si ride quasi mai.

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