La claustrofobia della detenzione e il
difficile impatto psicologico nel ritorno alla realtà di chi ha avuto
tanti anni di vita privati e di chi per cinque anni non ha avuto una
vera vita. Il tutto con interpretazioni magistrali dei due protagonisti e
un regista che con tatto riesce a trasferirti emozioni forti. Un film
perfetto.
Il film si svolge in due fasi.
Nella prima vediamo Brie Larson segregata da sette anni in uno stanzino (Room appunto, o Stanza) da un sequestratore, insieme al figlio Jack di cinque anni. Già lì si capisce che il film ha qualcosa di speciale. Il senso di vita claustrofobico, la madre che prima aveva raccontato in maniera favolistica il "mondo" al figlio e poi prova a spiegargli la realtà, che per Jack sostanzialmente è quei pochi metri quadri di Stanza e una tv. Già le sequenze riescono a commuovere in quel modo.
Ma non basta, c'è il piano di fuga.
E la seconda fase, il ritorno alla realtà. Che ovviamente a livello psicologico è tutt'altro che semplice, per chi ha avuto così tanti anni di vita privati e per chi invece non ha mai vissuto se non all'interno di Stanza.
Il film è davvero speciale.
Ogni sequenza si svolge con il giusto tatto, senza andare nel melodramma e senza cercare la lacrima facile: basta la forza della storia a commuovere.
Tutto si svolge lentamente, i ritmi sono volutamente bassi e il film ha anche un aspetto etereo che ne è la forza: bravo il regista a farci entrare nella storia senza forzature. Bastano davvero cinque minuti per immedesimarsi nei personaggi.
Personaggi interpretati in maniera magistrale dai protagonisti. Brie Larson (Ma') è perfetta, è davvero dentro al suo personaggio e sembra vivere realmente un dramma impensabile. Ci vuole enorme bravura a riuscire a interpretare così questo genere di ruolo.
Ma forse ancora meglio è Jacob Tremblay, attorno a cui la storia di svolge: l'ingenuità di chi non ha visto il mondo, la forza espressiva. Il suo Jack ti strappa il cuore, letteralmente.
Uno dei film migliori degli ultimi anni. Non riesco a non dare il massimo dei voti.
Di enorme impatto. E per certi versi anche educativo. E' durissimo immaginarsi nei due protagonisti, pensare a cosa si possa vivere dopo esperienze pesanti di questo tipo.
E' grande cinema.
Da vedere.
Nella prima vediamo Brie Larson segregata da sette anni in uno stanzino (Room appunto, o Stanza) da un sequestratore, insieme al figlio Jack di cinque anni. Già lì si capisce che il film ha qualcosa di speciale. Il senso di vita claustrofobico, la madre che prima aveva raccontato in maniera favolistica il "mondo" al figlio e poi prova a spiegargli la realtà, che per Jack sostanzialmente è quei pochi metri quadri di Stanza e una tv. Già le sequenze riescono a commuovere in quel modo.
Ma non basta, c'è il piano di fuga.
E la seconda fase, il ritorno alla realtà. Che ovviamente a livello psicologico è tutt'altro che semplice, per chi ha avuto così tanti anni di vita privati e per chi invece non ha mai vissuto se non all'interno di Stanza.
Il film è davvero speciale.
Ogni sequenza si svolge con il giusto tatto, senza andare nel melodramma e senza cercare la lacrima facile: basta la forza della storia a commuovere.
Tutto si svolge lentamente, i ritmi sono volutamente bassi e il film ha anche un aspetto etereo che ne è la forza: bravo il regista a farci entrare nella storia senza forzature. Bastano davvero cinque minuti per immedesimarsi nei personaggi.
Personaggi interpretati in maniera magistrale dai protagonisti. Brie Larson (Ma') è perfetta, è davvero dentro al suo personaggio e sembra vivere realmente un dramma impensabile. Ci vuole enorme bravura a riuscire a interpretare così questo genere di ruolo.
Ma forse ancora meglio è Jacob Tremblay, attorno a cui la storia di svolge: l'ingenuità di chi non ha visto il mondo, la forza espressiva. Il suo Jack ti strappa il cuore, letteralmente.
Uno dei film migliori degli ultimi anni. Non riesco a non dare il massimo dei voti.
Di enorme impatto. E per certi versi anche educativo. E' durissimo immaginarsi nei due protagonisti, pensare a cosa si possa vivere dopo esperienze pesanti di questo tipo.
E' grande cinema.
Da vedere.
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