Un paio di burinate di De Sica non
accendono un film che scopiazza e rattoppa situazioni già viste senza
aggiungere nulla. Soggetto anche di Fausto Brizzi, garanzia di schifezza
d'altronde.
Ci son volute una marea di teste (compreso l'ineffabile
Fausto Brizzi, garanzia assoluta di fuffa) per scrivere soggetto e
sceneggiatura di questo film che sostanzialmente (titoli di testa e di
coda esclusi) raggiunge a stento i 70 minuti scenici e non certo a causa
di un ritmo forsennato, quanto per una assoluta mancanza di idee. Anzi,
le uniche idee sono delle complete scopiazzature da altri film.
L' "evento" (se di ciò si tratta) sarebbe la reunion tra Boldi e De Sica, che però è stanchissima e blanda, con dialoghi impalpabili e situazioni incapaci di creare un minimo interesse, per un film che pecca proprio nel non trovare un vero e proprio stile. Non è la solita "cafonata" (per quanto le burinate di De Sica siano gli unici sprazzi di vivacità), non è una commedia degli equivoci accettabile, non è una commedia agrodolce. Insomma, tutte queste teste sono state buone giusto per scrivere un non nulla.
De Sica riesce un minimo a salvare la faccia, dimostrando un minimo di professionalità e riuscendo a dare le uniche frasi interessanti del film (che per il resto finisce per abusare di auto-citazioni al limite dell'imbarazzante), anche se la sua regia a momenti appare raffazzonata (per quanto non sia certo il neo peggiore del film).
Disastroso come sempre negli ultimi 15 anni invece Boldi, sempre più imbolsito e sempre più convinto di poter far ridere con linguacce e scemenze assortite. Urge eutanasia cinematografica per lui (anzi, serviva una decina d'anni fa), perché il fondo del barile è completamente raschiato.
Il resto del film non esiste. La Orioli è antipatica come poche, tutti gli altri sono un contorno blando, soprattutto il personaggio del figlio di De Sica capace di regalare situazioni pessime.
A peggiorare le cose c'è tutto il finale. Si va di moraletta spiccia (ah, i cinesi che comprano tutto, certo...), di DJ Francesco e di un'ultima scena metacinematografica che chiude in modo pessimo un film senza alcuna ragion d'essere.
Pessimo.
L' "evento" (se di ciò si tratta) sarebbe la reunion tra Boldi e De Sica, che però è stanchissima e blanda, con dialoghi impalpabili e situazioni incapaci di creare un minimo interesse, per un film che pecca proprio nel non trovare un vero e proprio stile. Non è la solita "cafonata" (per quanto le burinate di De Sica siano gli unici sprazzi di vivacità), non è una commedia degli equivoci accettabile, non è una commedia agrodolce. Insomma, tutte queste teste sono state buone giusto per scrivere un non nulla.
De Sica riesce un minimo a salvare la faccia, dimostrando un minimo di professionalità e riuscendo a dare le uniche frasi interessanti del film (che per il resto finisce per abusare di auto-citazioni al limite dell'imbarazzante), anche se la sua regia a momenti appare raffazzonata (per quanto non sia certo il neo peggiore del film).
Disastroso come sempre negli ultimi 15 anni invece Boldi, sempre più imbolsito e sempre più convinto di poter far ridere con linguacce e scemenze assortite. Urge eutanasia cinematografica per lui (anzi, serviva una decina d'anni fa), perché il fondo del barile è completamente raschiato.
Il resto del film non esiste. La Orioli è antipatica come poche, tutti gli altri sono un contorno blando, soprattutto il personaggio del figlio di De Sica capace di regalare situazioni pessime.
A peggiorare le cose c'è tutto il finale. Si va di moraletta spiccia (ah, i cinesi che comprano tutto, certo...), di DJ Francesco e di un'ultima scena metacinematografica che chiude in modo pessimo un film senza alcuna ragion d'essere.
Pessimo.
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