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sabato 3 agosto 2019

Vengo anch'io. Si ride con poco.

La sceneggiatura è povera, ma per un'ora si ride (e anche tanto) grazie alla bravura di Nuzzo e Di Biase, coppia davvero affiatata e divertente. Il finale perde di verve ed esce fuori la pochezza del "film" in sè per sè. Comunque da sufficienza piena.



 
Nuzzo e Di Biase sono nella lista dei pochi comici attuali che mi fanno ridere, in particolare ricordo con piacere le loro prove nei vecchi "Mai Dire" (quando ancora avevano un senso), specie con il devastante "Tua Sorella", ma non solo.
Come sempre, volano bassi in questa loro "prima" da protagonisti a livello di lungometraggio e come sempre puntano sulla loro migliore qualità, un affiatamento eccellente che li rende divertenti.

Il film ha poco da dire in tema di soggetto e di sceneggiatura e per un'ora regge proprio soltanto per la loro presenza, per la loro bravura: alcune gag magari sono anche improvvisate, ma per due terzi si ride parecchio con i nonsense e le battute spesso surreali della coppia.

Quando la verve comica si spegne, quando si prova a dare una chiusura al film, si arriva a una fase finale in cui escono fuori tutti i difetti di una sceneggiatura povera e il film si arena, in particolare dalla parte del canottaggio in poi: si arriva a un sentimentalismo di maniera, per chiudere il film in modo comodo.

Guardando una pellicola simile viene da chiedersi cosa potrebbero fare i due protagonisti con una sceneggiatura più arguta e più brillante, perché la coppia funziona bene anche al cinema e per lunghi tratti ti fa chiudere gli occhi su situazioni parecchio abusate nella commedia italiana: già, se ridi te freghi del fatto che sia il solito on the road, che si tentino le solite strade.

Il brutto finale toglie al mio voto una stella piena, ma la sufficienza è meritata. Nella speranza che magari questo tentativo possa essere il primo, che magari Nuzzo e Di Biase possano trovare un regista e un paio di sceneggiatori in grado di sfruttare meglio la loro verve fino in fondo.

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