Serie forte, non per tutti. O la ami o la odi. Se la ami, ti segna come poche.
Sicuramente non una serie per tutti. Ma se ti prende è una serie che ti segna nel profondo.
L'evoluzione di Dexter e di tutti i personaggi è davvero notevole, le puntate sono trascinanti e tutto sembra funzionare, anche quei mezzi spesso usati in malomodo come la voce fuori campo a esprimerci i pensieri di Dexter o la "presenza" del padre a consigliarlo.
Certo, bisogna accettare una storia molto forte, magari nella prima stagione c'è un po' di frustrazione accorgendosi di come i detective siano un po' ciechi, l'ultima stagione ha una tendenza un po' troppo melodrammatica. Ma alla lunga sono difetti che perdoni, perché davvero è una serie che ti segna.
C'è tutto, dalla descrizione psicologica di un personaggio folle come Dexter, surreale e violento, decisamente unico nel suo genere. E Michael C. Hall ci mette molto del suo a umanizzarlo. Uno psicopatico che prova ad adattarsi, col suo codice folle ma che lo rendono per certi versi un "buono", a suo modo. E con pensieri che (specialmente nelle stagioni centrali) hanno anche tocchi irresistibili di humor macabrissimo.
Ma non c'è solo Dexter. È difficile non prendere a cuore l'evoluzione di uno straordinario personaggio come la sorella Debra, dal linguaggio parecchio colorito (la sua password è "fuckingpassword"), tenace e splendida. E Jennifer Carpenter è talmente straordinaria da essere ben più di una spalla.
Tra tutti i personaggi, specie nelle stagioni centrali (molto meno nelle ultime) spicca l'irresistibile Masuka, a dare colore alla storia.
La prima stagione ci mette un po' a prenderti, ma ti fa entrare nella psicologia di Dexter. Poi il resto è un crescendo e per la quarta e la quinta stagione rasentano la perfezione.
Si vede un po' di stanchezza nelle ultime due stagioni, ma resti attaccato per seguire come andrà a finire per i personaggi a cui ormai sei legato. L'ultima stagione ha (come detto) una virata un po' melodrammatica, ma si può anche perdonare per la volontà di dare una chiusura alla storia.
Una serie che non ti dà mezze misure. O la ami o la odi.
L'evoluzione di Dexter e di tutti i personaggi è davvero notevole, le puntate sono trascinanti e tutto sembra funzionare, anche quei mezzi spesso usati in malomodo come la voce fuori campo a esprimerci i pensieri di Dexter o la "presenza" del padre a consigliarlo.
Certo, bisogna accettare una storia molto forte, magari nella prima stagione c'è un po' di frustrazione accorgendosi di come i detective siano un po' ciechi, l'ultima stagione ha una tendenza un po' troppo melodrammatica. Ma alla lunga sono difetti che perdoni, perché davvero è una serie che ti segna.
C'è tutto, dalla descrizione psicologica di un personaggio folle come Dexter, surreale e violento, decisamente unico nel suo genere. E Michael C. Hall ci mette molto del suo a umanizzarlo. Uno psicopatico che prova ad adattarsi, col suo codice folle ma che lo rendono per certi versi un "buono", a suo modo. E con pensieri che (specialmente nelle stagioni centrali) hanno anche tocchi irresistibili di humor macabrissimo.
Ma non c'è solo Dexter. È difficile non prendere a cuore l'evoluzione di uno straordinario personaggio come la sorella Debra, dal linguaggio parecchio colorito (la sua password è "fuckingpassword"), tenace e splendida. E Jennifer Carpenter è talmente straordinaria da essere ben più di una spalla.
Tra tutti i personaggi, specie nelle stagioni centrali (molto meno nelle ultime) spicca l'irresistibile Masuka, a dare colore alla storia.
La prima stagione ci mette un po' a prenderti, ma ti fa entrare nella psicologia di Dexter. Poi il resto è un crescendo e per la quarta e la quinta stagione rasentano la perfezione.
Si vede un po' di stanchezza nelle ultime due stagioni, ma resti attaccato per seguire come andrà a finire per i personaggi a cui ormai sei legato. L'ultima stagione ha (come detto) una virata un po' melodrammatica, ma si può anche perdonare per la volontà di dare una chiusura alla storia.
Una serie che non ti dà mezze misure. O la ami o la odi.
Nessun commento:
Posta un commento