Non si ride mai, tanto che a un certo punto
si intraprende una strada da "noir serio". Con i pupazzi. Devastante
(in senso negativo).
A parte le buone animazioni (che dopo 10 minuti non
hanno più alcun effetto, ormai di mix tra cartoon e realtà ne abbiamo
visti parecchi), in questo "Pupazzi senza gloria" non c'è davvero nulla
che funziona. Simbolo di come ormai gli americani siano del tutto
incapaci di fare un credibile cinema di "Serie B".
Alla lunga, visto che la vena umoristica del soggetto è pressocché inesistente, ci si ingarbuglia in una specie di noir coi pupazzi che non ha alcun minimo interesse.
Le gag comiche? Le solite da cinema americano da 10 anni a questa parte, tutte a sfondo sessuale, infilandoci dentro esagerazioni a iosa senza una minima costruzione comica. Per cui si dovrebbe ridere con robacce come la scena (tirata troppo per le lunghe) dell'eiaculazione infinita del pupazzo.
Evidentemente gli autori si fidano che l'istupidimento della società americana sia (già) arrivata al punto che si possa ridere con schifezze del genere.
Fino a un decennio fa gli americani erano i maestri del cinema demenziale, da 10 anni hanno completamente perso senso dell'umorismo e credono che piazzare oscenità a raffica sullo schermo basti per ridere. E sicuramente qualcuno dal QI a singola cifra potrà anche trovarci qualcosa di divertente, tutti gli altri assolutamente no (a conferma che paradossalmente per fare vera comicità demenziale devi essere intelligente).
Tra gli "umani", tremenda come sempre la scelta della protagonista Melissa McCarthy, che davvero non fa ridere neanche per sbaglio (e peraltro in questo film neanche ci prova più di tanto). Questo film le è valso la candidatura e la vittoria come peggior attrice protagonista ai Razzie Awards, peraltro in contemporanea con la candidatura agli Oscar (questa è stata candidata agli Oscar! Esempio di come se gli facessero fare un film biografico, persino Massimo Boldi potrebbe ritrovarsi candidato agli Oscar).
Nella versione italiana a peggiorare le cose ci pensa il doppiaggio del protagonista Phillips affidata a Maccio Capatonda, scelta tragica. Capatonda prova dei giochetti di parole da asilo nido e non ha alcun acume per reggere un ruolo simile. A questo punto sarebbe stato meglio affidare quel ruolo a delle voci ben più scafate e molto più adeguate, come quelle degli ottimi Mino Caprio e Nanni Baldini, che invece doppiano soltanto personaggi di poco peso.
Insomma, a essere senza gloria non sono solo i pupazzi.
Alla lunga, visto che la vena umoristica del soggetto è pressocché inesistente, ci si ingarbuglia in una specie di noir coi pupazzi che non ha alcun minimo interesse.
Le gag comiche? Le solite da cinema americano da 10 anni a questa parte, tutte a sfondo sessuale, infilandoci dentro esagerazioni a iosa senza una minima costruzione comica. Per cui si dovrebbe ridere con robacce come la scena (tirata troppo per le lunghe) dell'eiaculazione infinita del pupazzo.
Evidentemente gli autori si fidano che l'istupidimento della società americana sia (già) arrivata al punto che si possa ridere con schifezze del genere.
Fino a un decennio fa gli americani erano i maestri del cinema demenziale, da 10 anni hanno completamente perso senso dell'umorismo e credono che piazzare oscenità a raffica sullo schermo basti per ridere. E sicuramente qualcuno dal QI a singola cifra potrà anche trovarci qualcosa di divertente, tutti gli altri assolutamente no (a conferma che paradossalmente per fare vera comicità demenziale devi essere intelligente).
Tra gli "umani", tremenda come sempre la scelta della protagonista Melissa McCarthy, che davvero non fa ridere neanche per sbaglio (e peraltro in questo film neanche ci prova più di tanto). Questo film le è valso la candidatura e la vittoria come peggior attrice protagonista ai Razzie Awards, peraltro in contemporanea con la candidatura agli Oscar (questa è stata candidata agli Oscar! Esempio di come se gli facessero fare un film biografico, persino Massimo Boldi potrebbe ritrovarsi candidato agli Oscar).
Nella versione italiana a peggiorare le cose ci pensa il doppiaggio del protagonista Phillips affidata a Maccio Capatonda, scelta tragica. Capatonda prova dei giochetti di parole da asilo nido e non ha alcun acume per reggere un ruolo simile. A questo punto sarebbe stato meglio affidare quel ruolo a delle voci ben più scafate e molto più adeguate, come quelle degli ottimi Mino Caprio e Nanni Baldini, che invece doppiano soltanto personaggi di poco peso.
Insomma, a essere senza gloria non sono solo i pupazzi.
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