_______________________________________________

_______________________________________________

venerdì 2 agosto 2019

Tutto molto bello. Solo nel titolo.

"Tutto molto bello"? Tutto molto brutto! Matano e Fubelli fanno a gara a chi è più antipatico, con Pintus perfetta spalla nello squallore cosmico. Ruffini non incide per nulla e regala una regia insulsa. Tutto è tremendo (a parte Calabresi, peraltro in una parte minima). Aridatece il cinema di Serie B anni '70/'80 a sto punto.




"Tutto molto bello" è il titolo più fuorviante possibile in un film in cui è tutto molto brutto. Anzi, tutto messo nel posto sbagliato.
Non c'è nulla da salvare, anzi si fa fatica anche a scegliere il peggiore in un film slegato, senza un tempo comico azzeccato, senza nulla (e per giunta con una svolta pseudo-romantica finale del tutto posticcia).

Frank Matano si conferma il perfetto simbolo di una generazione in cui basta fare il nulla per spopolare sui "nuovi media": ovviamente la colpa non è dei nuovi media nè delle nuove tecnologie, ma solo di chi li usa in maniera sgangherata.

Ma anche più insopportabile è Fubelli: sa fare qualcosa che non sia quella vocina spaccatimpani?

Pintus spunta in ogni angolo come la muffa.

Ruffini attore incide come il due di coppe con la briscola a spade. Come regista ci dimostra perché qualche anno dopo finirà a fare il fenomenale montaggio dei cinepanettone.

Nina Senicar evidentemente andava piazzata in qualche modo su ordine Mediaset-Colorado.

In tutto ciò, escludendo Calabresi (che però fa giusto da comparsa e con le sue minacce al genero Ruffini regala gli unici momenti non indecenti del film), il migliore a recitare è Pupo: il che è tutto dire.

Squallido. Si rimpiangono decisamente i film pecorecci anni '70/'80.

Nessun commento:

Posta un commento