Caratteristica che ho riscontrato in pressochè tutti i
film marchiati Apatow (regista o produttore): ad una prima parte spesso
brillante, anche brillantissima, fa sempre riscontro una seconda parte
in cui entrano in gioco inutili (specie per il genere del film)
moralismi, lungaggini irritanti (scene inutili o che potrebbero esser
tagliate molto prima di quanto fanno loro in fase di montaggio) e di
conseguenza un crollo di ritmo e divertimento verticale, lasciandomi
sempre un certo amaro in bocca come pensare "cosa sarebbe stato con una
seconda parte migliore?".
Anche Anchorman 2 non sfugge a questa regola: la fortuna del film è che la parte vetusta del film arriva un po' dopo rispetto al solito dei film di Apatow (ma perchè deve far durate i film sempre due ore?) e che le lungaggini in realtà in questo film non ci siano (nè per scene da tagliare prima, nè per scene da tagliare del tutto). Ma il crollo degli ultimi 25/30 minuti è evidentissimo: nonostante la presenza di qualche "guess star" come Will Smith o Sacha Baron Cohen, non si ride più in quella fase e il finale stenta clamorosamente.
Peccato perchè tutto il resto del film sia decisamente brillante, molto meglio di quanto mi fossi aspettato: nonostante io sia un fan del genere demenziale, onestamente non ho mai capito il motivo per cui il primo "Anchorman" sia diventato così un cult (a quel film riconosco una sola vera scena da cult, quella in cui Burgundy prova a spiegare in maniera del tutto insensata il significato di "San Diego", una delle scene più belle di sempre).
Preferisco molto più il secondo, molto brillante in tante fasi, con un Ferrell assolutamente senza limiti e scatenato, supportato molto meglio anche dalle spalle rispetto al primo film: Rudd nel primo film per me è del tutto anonimo, mentre qui si ritaglia uno spazio molto importante, ma soprattutto a mio modo di vedere la "star secondaria" del film è un fenomenale Steve Carell, attore che onestamente non mi era mai piaciuto in nessuna delle sue esibizioni, ma che in questo film è semplicemente perfetto, capace di regalare tante risate.
Per 85 o 90 minuti il livello è molto alto nel suo campo demenziale (forse la scena migliore è quella in cui Carell impazzisce davanti al green screen del meteo: tradotta maluccio in italiano, stupenda in lingua originale). Peccato per il solito finale "alla Apatow": probabilmente sarò l'unico a pensarla in quel modo, ma è una caratteristica che riscontro in tutti i suoi film.
Un voto da "8" generale cala a "7" per il finale poco soddisfacente allora: peccato, poteva essere un'occasione per fare qualcosa di meglio, ma rimane comunque un buon film, capace di regalare qualche minuto di totale ilarità.
Anche Anchorman 2 non sfugge a questa regola: la fortuna del film è che la parte vetusta del film arriva un po' dopo rispetto al solito dei film di Apatow (ma perchè deve far durate i film sempre due ore?) e che le lungaggini in realtà in questo film non ci siano (nè per scene da tagliare prima, nè per scene da tagliare del tutto). Ma il crollo degli ultimi 25/30 minuti è evidentissimo: nonostante la presenza di qualche "guess star" come Will Smith o Sacha Baron Cohen, non si ride più in quella fase e il finale stenta clamorosamente.
Peccato perchè tutto il resto del film sia decisamente brillante, molto meglio di quanto mi fossi aspettato: nonostante io sia un fan del genere demenziale, onestamente non ho mai capito il motivo per cui il primo "Anchorman" sia diventato così un cult (a quel film riconosco una sola vera scena da cult, quella in cui Burgundy prova a spiegare in maniera del tutto insensata il significato di "San Diego", una delle scene più belle di sempre).
Preferisco molto più il secondo, molto brillante in tante fasi, con un Ferrell assolutamente senza limiti e scatenato, supportato molto meglio anche dalle spalle rispetto al primo film: Rudd nel primo film per me è del tutto anonimo, mentre qui si ritaglia uno spazio molto importante, ma soprattutto a mio modo di vedere la "star secondaria" del film è un fenomenale Steve Carell, attore che onestamente non mi era mai piaciuto in nessuna delle sue esibizioni, ma che in questo film è semplicemente perfetto, capace di regalare tante risate.
Per 85 o 90 minuti il livello è molto alto nel suo campo demenziale (forse la scena migliore è quella in cui Carell impazzisce davanti al green screen del meteo: tradotta maluccio in italiano, stupenda in lingua originale). Peccato per il solito finale "alla Apatow": probabilmente sarò l'unico a pensarla in quel modo, ma è una caratteristica che riscontro in tutti i suoi film.
Un voto da "8" generale cala a "7" per il finale poco soddisfacente allora: peccato, poteva essere un'occasione per fare qualcosa di meglio, ma rimane comunque un buon film, capace di regalare qualche minuto di totale ilarità.
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