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sabato 3 agosto 2019

Candidato a sorpresa. Quando si poteva ancora ridere sulla politica.

Tipica commedia ferrelliana, con una partenza devastante, diverse parti politicamente scorrette, ma anche un finale stanco e banale: il voler portare tutto all'happy ending di maniera porta il film fuori dai binari.




Con qualche variazione di percorso, "Candidato a sorpresa" ha i pregi e difetti del tipico film con Will Ferrell protagonista.

La partenza (già prima dei titoli di testa, con l'assurda vicenda della telefonata) è decisamente spumeggiante, il buon Ferrell si erge immediatamente come fulcro nella totale stupidità del suo personaggio, capace non solo di incorrere a gaffe continue ma di reiterare pure diabolicamente in esse, con un impatto comico non da poco.
La storia sembra procedere bene, ha anche un discreto aspetto satirico, sfottendo le campagne elettorali americane (e non solo) in un cui ogni inezia diventa qualcosa da rinfacciare all'avversario, persino una storiella da nulla scritta da bambino. E non c'è nemmeno paura di sforare nel politicamente scorretto, vedi la scena devastante (probabilmente la migliore del film) del pugno sferrato da Ferrell a un bambino di tre anni, con Ferrell che poi sfacciatamente si chiede perché nessuno parli di come stia suo povero pugno dopo aver cozzato con la mascella del bimbo.

Come un po' tutti i film di Ferrell però a un certo punto le idee finiscono, probabilmente perché manca il coraggio di premere il pedale dell'acceleratore fino alla fine. Far virare una storia del genere in un happy ending banale è un aborto per il film e tutta l'ultima parte diventa davvero brutta: nemmeno le esagerazioni del protagonista possono far qualcosa. Ed è un vero peccato, un qualcosa che lascia l'amaro in bocca e porta a una valutazione complessiva più bassa rispetto a quanto poteva essere guardando tutta la prima metà di film.

Lo script sembra tarato completamente su Will Ferrell e Zach Galifianakis non riesce a fare molto più che da spalla, con un paio di buone scene ma apparentemente non in grado di togliersi dall'ombra del protagonista.

Un film che si fa vedere anche più volte e che può strapparti parecchie risate, ma che poteva essere decisamente migliore con un po' più di coraggio nel finale.

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