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venerdì 2 agosto 2019

Matrimonio al Sud. Ci si sposa con lo schifo

Un Boldi da eutanasia cinematografica guida una banda allo sbando. Perlomeno le idee sono nuove e varie: "facciamo sposare i figli dei progranisti, insceniamo patetiche liti nord-sud e mettiamo Salvi a dire volgarità". Il genio degli autori.




Mi immagino menti brillanti pronte a partorire idee nuove per un film.
Cosa facciamo? Facciamo sposare i figli dei due protagonisti. Genio!
Magari ci mettiamo dentro scontri sul nulla tra Nord e Sud. Genio!
Tanto per, un Enzo Salvi che sostanzialmente serve per sparare volgarità in due scene come contorno. Genio!!

Un film rivoluzionario, all'insegna delle novità.

Tante idee nuove, persino nei nomi dei personaggi: Boldi ripropone di nuovo il suo Colombo, un po' come il Michele Apicella morettiano. Solo che i risultati sono appena appena diversi.

Cosa dire di questa ennesima fetecchia? Che davvero è la fotografia del nostro degrado culturale il fatto che la gente continui a pagare per vedere questa roba.

Non c'è nulla di salvabile. Le situazioni sono sempre uguali e Boldi è unicamente da eutanasia cinematografica, talmente incapace ormai persino di chiudersi la mano nelle porte in maniera convincente. Ormai le sue prove sono qualcosa di patetico, oltre il limite dell'imbarazzante.

Izzo magari ai primi tempi aveva un po' di verve, ma ormai l'ultima risata l'ha strappata anni e anni fa.

Salvi ha stufato dopo due film.

Il resto è cinema pecoreccio, con i ridicoli tentativi di broccolamento di Conticini che sembrano ripresi dal cinema degli anni '60 e il tremendo Cirilli che perlomeno non prova a far ridere (e il sottoscritto lo ringrazia, perché quando ci prova è ridicolo).

Chiusura degna con le memorabili scene tra i promessi sposi, che sembrano scarti da soap opera.

Fantastico.

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