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sabato 3 agosto 2019

Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi). Troppi alti e bassi

A momenti fulminanti si alternano fasi banali e di stanca. Si lascia guardare, ma non supera la sufficienza.




Un soggetto promettente, porta a un film troppo altalenante.
A trovate clamorosamente fulminanti (la brochure per esempio) e dialoghi meravigliosamente surreali (la legalità del contratto con il killer), si alternano però momenti di stanca per non dire banali.

Il film funziona quando calca il piede dell'acceleratore con cattiveria, nei suoi momenti più puri da black comedy. E' eccellente infatti l'interazione tra i due protagonisti, il potenziale suicida e il killer, che regalano anche dei momenti interessanti trattando un argomento così delicato come quello della morte. In questi frangenti si ride anche di gusto, per chi ama il genere.

Molto meno bene però altre fasi, per un film che appare scollato. In particolare lascia il tempo che trova il subplot del pensionamento del killer.
Per questa sua incostanza il film non riesce ad andare oltre alla sufficienza.

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